|
X-MEN
# 17 |
Marvel IT Presenta… |
||
|
|
|||
|
Fabio Furlanetto |
Storia |
||
|
rossointoccabile |
supervisione
Marvel IT |
||
|
Carlo
Monni |
supervisore
capo |
||
|
Mr. T |
Presidente |
||
Charles Xavier, alias Professor X |
Telepate, fondatore e mentore degli X-Men |
|||
Logan,
alias Wolverine |
Fattore rigenerante, scheletro e artigli di adamantio |
|||
Peter Rasputin, alias Colosso |
Corpo di acciaio organico |
|||
Scott Summers, alias Ciclope |
Raggi ottici concussivi |
|||
Henry McCoy, alias |
Intelletto prodigio in un corpo di leone |
|||
Jean Grey-Summers, alias Fenice |
Telepatia e telecinesi |
|||
Emma
Frost, alias la Regina Bianca |
Telepatia e pelle di diamante |
|||
Bobby Drake, alias Uomo Ghiaccio |
Controllo temperatura e produzione ghiaccio |
|||
|
|
|||
|
|
|||
***
I fari di due auto della polizia
illuminano il ciglio della strada, ed una delle guardie scende con calma lungo
il piccolo cratere. C’è una grossa massa metallica in mezzo alla nuvola di
polvere e detriti, che emana un leggero calore.
Un ronzio. Qualcosa di meccanico
che sbadiglia uno sbuffo di ozono, e cinque enormi
dita di metallo violaceo si stringono attorno
all’agente.
I suoi tre colleghi recuperano le
pistole, restando a guardare a bocca aperta il gigante alzarsi in piedi.
Avvicina la preda al volto, parla senza muovere nulla. Il suono è fuori
sincrono.
-Soggetto:
sconosciuto. Analisi genetica: non disponibile. Probabilità:
umano 99,994%; mutante 0,005%; sconosciuto 0,001%. Risposta:
NEUTRALIZZARE.
Gli occhi scivolano di lato per
mostrare le turbine laser pronte a fare fuoco, e le
dita si avvicinano al grilletto… interrotte dal sottile brontolio proveniente
dalle spalle del gigante.
Un sigaro si spegne sulla testa
della Sentinella. La vista laser viene azionata mentre
sei artigli di metallo passano attraverso l’acciaio al tungsteno dolcemente
come l’aria che entra nelle bocche immobilizzate degli agenti di polizia.
Il pugno cade pesantemente a
terra, e tutto quello che il raggio riesce a neutralizzare è un pezzo di
asfalto. Le dita viola cadono una dopo l’altra al suono delle preghiere
mormorate dall’agente, e gli artigli rientrano nella carne. SNIKT.
-Soggetto:
sconosciuto. Analisi genetica: mutante. Risposta:
-Non gliene frega niente a
nessuno, cocco.
Una piccola valanga investe
Un ragazzo in abiti civili scuri
scende dalla montagna scivolando sulla neve su uno snowboard di ghiaccio,
frenando proprio sul corpo della Sentinella. Una piccola scaletta di ghiaccio
si forma per farlo scendere, mentre continua a lanciare da una mano all’altra
una palla di neve.
-Come, nessuna donna poliziotto
che mi salti al collo ringraziandomi per averla salvata ?
-Drake – mormora Wolverine scuotendo la testa – Hai visto niente
da lassù ? Il terreno è ancora caldo, è precipitata di
recente.
-No, la pista dev’essere
fredda ormai. Uhm…pubblico difficile ?
Nessuno dei presenti ha detto una
sola parola da quando
-Di solito sono bravo a rompere il
ghiaccio, ma qui siamo vicini al Canada…vuoi fare tu un tentativo ? Giusto per scaldare l’atmosfera.
-La
vuoi piantare con le battute sceme sul freddo ? – taglia corto Wolverine,
cercando inutilmente un sigaro in una delle tasche… nell’arco di mezzo secondo
tre artigli tagliano la carne tra le sue dita, ed il poliziotto a cui ha appena salvato la vita si ritrova dell’adamantio al
posto del cuore.
Drake non lo ha
quasi visto muovere. Wolverine estrae gli artigli dal corpo, che cade a
terra…senza versare una goccia di sangue. Gli altri tre poliziotti reagiscono
più velocemente: le mani si separano dai polsi scorrendo su staffe interne di
metallo. Al posto dell’ulna, cannoni sonici.
L’Uomo
Ghiaccio congela subito l’aria attorno agli agenti, creando un muro abbastanza
spesso da impedire il passaggio delle onde sonore.
-Robot
– chiarisce Wolverine affondando gli artigli nell’esemplare che ha già
disattivato, squarciandone il petto per osservarne l’interno.
-Altre
Sentinelle ?
-Troppo
piccole. L’unico modello in questa scala dovrebbe avere componenti organiche, e
non ce ne sono. E’ una tecnologia che non ho mai visto…ma
non sono un esperto.
-Robot.
Chi ci manderebbe contro dei robot ? Fossero cloni o ninja capirei, ma quanti nemici abbiamo che usano robot ? Arcade ?
-Non
sembra il suo stile. Vista la zona stavo pensando più a…
Un
lampo di luce rossa attraversa l’aria, fondendo il ghiaccio e vaporizzando uno
dei tendini sul collo di Logan. L’aria attorno alle
mani di Drake si raffredda, ed un ringhio sommesso si
perde in uno sbuffo di aria gelida.
-Ci
vuoi del ghiaccio sopra ? – chiede Drake.
SNIKT!
-Voglio
lavorare con
L’Uomo
Ghiaccio incrocia le braccia, osservando spazientito il suo compagno di squadra
procedere metodicamente a tagliare in più parti sia il ghiaccio che il metallo
intrappolato all’interno. Un po’ eccessivo, forse, ma non ha la minima
intenzione di farglielo notare. Wolverine sa essere una pessima spalla comica.
Logan annusa la
finta pelle dei robot, cercando di rintracciare qualsiasi indizio sull’identità
di chi li ha costruiti.
-Roba da
principianti. Questi qui non hanno neanche le corde vocali. Direi che possiamo
escludere Arcade…per non parlare di Destino. E’ chiaro che era
una trappola, ma non ne ho mai viste di così grossolane…qualcosa non quadra…
-Senti,
quest’area è comunque sotto continua sorveglianza per via della fetta di suolo latveriano oltre la montagna no ?
Informiamo lo SHIELD e torniamo alla Scuola, dovevo uscire con Emma stasera.
-Non mi
sembra una buona idea.
-Sei solo invidioso
perché io non passerò la serata a
bere birra e guardare film giapponesi…dovresti uscire un po’ più spesso, Logan.
-Drake…chiudi il
becco e cerca di non respirare.
L’asfalto
si apre in mille piccole bocche dai denti aguzzi che rilasciano ampie quantità
di gas verde. L’Uomo Ghiaccio inizia a congelare l’aria sotto di sé per
sollevarsi oltre la nuvola su di una colonna di ghiaccio, ma si ritrova a
sbattere la testa contro qualcosa a due metri da
terra.
“Campo
di forza ?” pensa “Ho preso un respiro corto…e faccio fatica a congelare l’aria
con questa schifezza…”
Un
pugno si fa strada nella nebbia verde, colpendo Drake
dritto in faccia. Abbastanza forte da fargli perdere l’equilibrio sul
piedistallo di ghiaccio malformato, ma non tanto da impedirgli di rispondere
con un gancio destro che affonda inutilmente nella nebbia.
-Non sei cambiato per niente in questi anni,
vero ? – gli chiede la nebbia.
Mentre
Wolverine si avvicina ad artigli spianati, l’Uomo Ghiaccio è costretto a
respirare…e cade immediatamente a terra, vittima del gas soporifero.
Nella
nebbia si può vedere la silhouette di un uomo alto e robusto, che indossa un
ampio cappotto. Ma non si può distinguere nulla oltre all’impressione che ci
sia qualcuno.
-Intangibile
? – si chiede Logan mentre i suoi artigli tagliano l’aria. Il sapore dolciastro
del gas gli irrita le narici, mentre il suo sangue ha già messo in circolo una
quantità sufficiente a stendere un elefante o due.
-Giusto, dimenticavo. Uno degli X-Men “completamente nuovi e diversi”…ma almeno su una cosa
gli umani hanno ragione: “diverso” non vuol sempre
dire “migliore”.
Il
primo impulso sarebbe quello di fare a brandelli lo sconosciuto, ma non può
colpirlo. Non può scappare perché il campo di forza è troppo resistente.
L’unica cosa che resta da fare è quella in cui Wolverine non è decisamente il
migliore…chiedere aiuto.
-Chuck…manda
qualche X-Men…e un sigaro – chiede Wolverine aprendo
la sua mente appena prima che il suo organismo ceda all’anestetico.
Istituto
Xavier per Giovani Dotati, Contea di Westchester.
Il
Professor Charles Xavier sta aspettando che Cerebro
termini l’ultima scansione delle menti mutanti del pianeta, concentrandosi sul
funzionamento della biblioteca completamente automatizzata… il regalo della
Bestia per il suo ultimo compleanno.
Sebbene
sia il più potente telepate del mondo, non può controllare continuamente tutti
i suoi studenti. Può comunque sentire chiaramente quando qualcuno lo chiama con
questa intensità. Anche se è leggermente distratto dallo strano odore
dolciastro che avverte appena avverte i pensieri.
*Chuck…abbiamo preso
-Nessun
indizio sulla sua provenienza ?
*Ci stiamo lavorando, ma penso ci fosse qualche esercitazione e ne abbiano persa una. Semplice
routine.
-Non
possono comunque essere buone notizie, se il governo ha riattivato il programma
Sentinelle. State attenti.
*Basta che non mi mandi altra gente. Drake è una frana a seguire le piste.
E poi
più nulla. E’ una serata tranquilla, pensa Xavier. Meglio godersela prima della
prossima giornata storta.
Subito
dopo, nell’hangar sotto l’Istituto.
Grossi
artigli blu premono con disinvoltura i tasti per immettere i codici di lancio,
nonostante siano ridicolmente piccoli per le grosse zampe della Bestia.
-<Semplicemente
rimarchevole che il Blackbird sia completamente sparito dai sensori in un modo
così brusco> - nota parlando in russo.
-<E
allora come facciamo a sapere dove rintracciarli ?> – chiede Peter Rasputin.
-<Interessante
domanda, compagno. Abbiamo ricevuto e triangolato una richiesta di soccorso che
accennava a un gigantesco robot precipitato sugli Adirondack,
e il professore ha mandato Wolverine e l’Uomo Ghiaccio ad investigare. Ma
appena sono usciti dall’hangar…puff
! Svaniti da ognuno dei novantuno sistemi di rilevamento…>
-Progettavi
macchine per il teletrasporto a diciotto anni e il miglior termine che sai
trovare è “puff”? – chiede
Ciclope entrando nella cabina di pilotaggio.
-Cercavo
di superare le difficoltà di traduzione…
-“Teletrasporto” ? – chiede Peter
con un leggero sorriso.
-Poteva
funzionare, se Bobby non avesse
collegato il suo stereo al momento sbagliato.
Il
portello si richiude, e la rampa di lancio inizia a sollevarsi per permettere
il lancio. Allacciando la cintura di sicurezza,
-Dev’essere
difficile avere un’opinione così alta dei criminali del Club Infernale –
risponde a voce alta Jean Grey,
seduta dietro di lei.
-Attenta
ad usare la lingua in modo così tagliente, Jean, è
difficile mantenere l’aria da brava ragazza se colpisci basso.
-Non ti
facevo un’esperta sull’argomento.
I posti
a fianco delle due donne sono vuoti, e proprio durante lo scambio di opinioni
Colosso si trova in piedi vicino a loro.
-Ehm… -
mormora lui mordendosi un labbro.
-Siediti
di fianco a me, Piotr. Il maritino farà presto
compagnia a Jean…quando avrà tempo per lei.
-Mi
chiedo perché il professore ci mandi tutti quanti nella stessa missione. Non
può essere così grave, vero ?
-Forse
vuole solo smuoverci un po’ dal periodo di immobilità…
Nella
cabina di pilotaggio, Ciclope digita gli ultimi dati di
lancio prima di comunicare via radio:
-X-Wing pronto alla partenza, Professore. E’ sicuro di non volere
che nessuno di noi rimanga di guardia alla Scuola ?
Potrebbe essere una trappola per…
-Ti
assicuro che so cavarmela da solo, Scott.
Il jet decolla
silenziosamente e si scaglia nel cielo notturno, mentre un uomo in carrozzella
osserva gli X-Men che si allontanano… sorridendo
sotto i baffi.
Bobby Drake si sveglia con un secchio di acqua bollente che gli è
appena stato gettato in faccia. Il suo primo impulso è di abbassarne la
temperatura, ma qualcosa gli afferra i capelli e gli fa sbattere la faccia
contro un muro di metallo caldo.
-Non illuderti, i tuoi poteri non possono
funzionare qui…se io non voglio.
La
porta di metallo si apre, lasciando uscire il vapore che satura l’aria. E’ una
finestra; l’uomo che gli sta parlando lo spinge oltre, a fissare la caduta a
strapiombo su una vallata di fuoco e fiamme che si estendono a perdita
d’occhio.
-Bel
posticino…quanto chiede Belasco di affitto ?
Viene lanciato con
forza a terra, e un piede gli preme sulla gola impedendogli di parlare.
Nonostante il vapore dovrebbe vedere chi gli sta parlando, ma nulla. Non riesce
neanche a vedere cosa lo stia immobilizzando, dato che non sente catene o altro
sul suo corpo. Ora che se ne rende conto, non sente del tutto il proprio corpo…e non può parlare.
Non
prova dolore, solo un’opprimente senso di prigionia e
inutilità.
-Non ti ricordi neanche di me, vero ? Non ero abbastanza importante, abbastanza appariscente.
Non puoi neanche vedermi. Ma farò sì che tu mi ricordi…Logan ?
Rumore
di catene che si allentano e cadono a terra. Un ringhio. SNIKT.
Sui
cieli di Hamilton, una sofisticata postazione di
comando si spegne. Le mille luci e strumentazioni smettono di funzionare, e la
cabina di pilotaggio cade nel buio.
-Uh-oh – è il commento della Bestia. Il fatto che sia rimasto
senza parole è l’indicazione maggiore del pericolo.
-Dovrò
tentare un atterraggio di emergenza – nota prontamente Ciclope, cercando di
avere qualche risposta dal sistema di controllo…inutilmente.
*Non ce
n’è bisogno, posso farci atterrare telecineticamente
– interviene Jean, guardando fuori
dal finestrino.
Un
fulmine sfiora l’aereo. Le correnti sono molto forti, dovrà muoversi con calma… ma non c’è niente, là fuori.
-Qualcosa
non quadra. Non riesco a fare presa…stiamo ancora precipitando.
L’aereo
sta vibrando pesantemente, ed Emma affonda le dita nel sedile. La sua carne si
fa trasparente e ancora più perfetta, trasmutandosi in diamante organico…
-Ci
siamo fermati – nota Colosso slacciando la cintura ed
alzandosi, già ricoperto da un’impenetrabile pelle di acciaio.
-Non
per merito mio – informa Jean.
-Tutti
i sistemi sono completamente andati, non ci resta che uscire a vedere cosa sia successo…ma tenete gli occhi bene aperti – comanda Ciclope,
uscendo dalla cabina di pilotaggio.
E’ il
primo a scendere dall’aereo, una mano sul visore pronto a fare fuoco.
Dipinto
di un acceso rosso rubino, un paesaggio di montagna sotto la pioggia battente.
-Sembrerebbe
tutto a posto…
-Jean, ci serve una
copertura aerea. Uno schermo telecinetico – nota
-Henry ?
-C’è qualcosa che
ringhia sopra di noi…
Qualcosa
cade dagli alberi, tagliando l’aria e precipitandosi verso Ciclope. Si ferma telecineticamente a mezz’aria, continuando ad agitarsi.
Solo Colosso riesce a tenergli ferme le braccia, per permettere a Jean la concentrazione necessaria a sondargli la mente.
-Logan ? Sei tra
amici. Ma non è quello che stai vedendo, vero ?
Con
estrema delicatezza, le mani della donna sfiorano la mente del vecchio amico… e
si chiudono a pugno.
Braccia
viscide di chitina esoscheletrica le sono addosso,
stretti denti colano acidi digestivi annusandole i capelli e secernendo ferormoni.
Un
intero alveare della Covata si ritrova a volare a duecento chilometri orari
verso macigni di pietra infuocata, in un unico potentissimo rilascio di energia
mentale. La stessa donna che ne è responsabile passa una mano tra i capelli di
Wolverine, sussurrando:
-E’ tutto a posto, Logan…non ti faranno più del male…
-Jean ? Dove
diavolo siamo ? Prima i robot, adesso gli alieni…
-Non lo
so, ma ne usciremo. Dove sono gli altri ?
-Attenta
!!! – la avverte Logan,
scagliandola da parte con un braccio mentre con l’altro colpisce in petto un
altro insetto alieno.
Nella
nebbia, qualcuno allenta le catene dell’Uomo Ghiaccio.
*Le mie Regine sono arrivate…
Nella foresta,
la donna dai capelli rossi avvicina le mani alla fronte di Logan.
Ciclope fa un passo in avanti e le mette una mano sulla spalla.
-Jean ?
In un
unico potentissimo rilascio di energia mentale, gli X-Men
vengono scaraventati in lontananza. Come essere
investiti da un’auto che non c’è, ma maledettamente robusta.
Colosso
e
-A meno
che tu non sia un marito peggiore di quello che
pensavo, qualcosa non va con la tua signora.
Jean si volta verso
di loro, calma ma risoluta. Un albero alle sue spalle si solleva da solo,
gettandosi con tutta forza verso
-Tutto
bene ?
-Per me
sì. Quanto a lei…mi ha appena sporcato il costume – risponde
Sono
solo pochi passi, e gli altri X-Men sono ancora
scossi dalla forte scarica telecinetica
per protestare. Jean sta dando le spalle ad Emma, che
spera di metterla a terra con un colpo il più leggero possibile…e invece si
ritrova tre artigli indistruttibili farsi strada nella sua
carme diamantina, evidentemente meno
indistruttibile.
-Logan…non è
carino, al primo appuntamento – risponde lei, senza poter sentire nulla perché
i nervi fatti di diamante non hanno registrato nessun dolore.
Wolverine
estrae gli artigli, apparentemente sorpreso dal fatto di non averla uccisa.
-Emma, non provare
nessun contatto telepatico ! Qualunque cosa sia successa a Wolverine, deve aver colpito anche Jean ! – ordina Ciclope, che avanza circospetto.
-Allora
come facciamo a-
Come
risultato, un canadese abbatte svariati alberi prima di schiantarsi contro una
parete rocciosa. L’istante successivo, un russo e un’americana affondano nel terreno schiacciati dall’equivalente telecinetico
di un’accelerazione a venti g.
-Henry, adesso ! –
ordina Ciclope, rilasciando una scarica oculare di
bassa intensità a poca distanza da Jean,
l’indispensabile per farla scansare.
Senza
sprecare tempo in battute…un lusso inaccettabile in uno scontro con un potere
invisibile, rapido e devastante…
Ciclope
si prepara a lanciare un raggio per neutralizzare l’avversario, ma si ferma quando mille piccoli aghi lo bombardano dall’alto. Lo
stesso imprevisto fa perdere l’equilibrio alla Bestia in un momento cruciale,
ed un cumulo di terra si solleva per seppellirlo. Si libera con una sola
zampata, investito da migliaia di microscopici proiettili ogni secondo.
-Ouch ouch ouch !
Posso comprendere il substrato di romanticismo implicito nella buia notte
tempestosa, ma la grandine ?
-Stia
piovendo ghiaccio acuminato. Guardami le spalle un attimo…
Ciclope
rimuove il suo visore al quarzo
rubino, l’unica cosa che possa fermare i suoi raggi di
pura forza distruttrice…ed apre gli occhi verso il cielo.
Il
risultato è visibile in tutta la vallata. Una colonna di
energia rosso fumante che si solleva, facendo evaporare il ghiaccio in
una frazione di secondo. La distruzione sale, spazzando via le nuvole che
stavano coprendo la luna. Tutto dura non più di un paio di secondi.
Un muro
di ghiaccio li separa da Jean.
-Controllo
mentale ? Non posso credere che lo usino ancora – nota Ciclope, rimettendosi il visore. Eliminando la pioggia
e le nuvola ha tolto un enorme vantaggio all’Uomo
Ghiaccio, ma si trova ancora in una posizione svantaggiata…senza nessuna idea
di quale sia il vero nemico.
-Chi ha
abbastanza potere mentale da controllare Jean ? E soprattutto, perché noi non siamo ancora stati
contagiati…per non dire già fatti a brandelli, visto che siamo in plateale
svantaggio tattico nonché psicologico ?
-Sì,
questa trappola non ha senso – concorda Ciclope – E’ evidente che non ci
vogliono uccidere, quindi la strategia più sensata è assecondarli finché non
capiremo la ragione dell’attacco.
-Mi
pare ragionevole…
Metà
montagna si solleva, dirigendosi verso di loro come un serpente per avvolgerli
nelle proprie spire, mentre l’aria si raffredda ed un grosso blocco di ghiaccio
appare sulle loro teste ed inizia a piegarsi ad arco.
-…comunque,
per precauzione, io consiglierei di metterci anche al riparo.
L’Uomo
Ghiaccio e Fenice sigillano la prigione di gelo e terra che hanno creato per
-Non
credo usciranno tanto presto da là dentro. Almeno abbiamo il tempo di una
conversazione…come sei arrivata qui, Jean ?
-Vorrei
tanto saperlo anch’io. Dove sono finiti gli X-Men ? Posso avvertire la loro presenza, ma non individuarli con
precisione…è come essere nel piano astrale...o nel Limbo…
-Direi
che assomiglia di più all’Inferno, da come me l’hanno descritto. Ehi, a
proposito, hai notato che queste fiamme non sono calde ?
-Sì, è
la prima cosa a cui ho fatto caso una volta
allontanata
-Direi
che a questo punto la cosa migliore da fare è rintracciare Wolverine e fare un
salto a casa del padrone di casa, no ?
-Lo hai
già visto ?
-Non è
esattamente la scelta di parole migliore…
Emma Frost esce dal buco nel terreno modellato sulla sua
silhouette, come un vecchio cartone animato. La pioggia scivola veloce sui suoi
capelli diamantini, e le sue forme perfette arrancano in modo sgraziato nel fango
come un ossimoro vivente.
-Okay,
per chiunque ci sia dietro a tutto questo: conquistare il mondo è scusabile, ma questo costume costa trentamila…dove sono
tutti ?
Sotto la pioggia battente, solo alberi e freddo. Jean era a pochi passi da lei quando
è stata attaccata; c’erano alberi abbattuti e macigni spaccati. Un fulmine le
illumina la strada, e guardandosi intorno può vedere l’X-Wing con il suo portellone aperto.
Ciclope
è sulla scaletta, a terra vivo ma immobile. Può vedere altri X-Men all’interno, tutti svenuti.
-No,
non sono svenuti…le loro menti sono in piena attività,
lo sento. Ma allora cosa…
Un
macigno la colpisce alla schiena, spaccandosi. Lei cade a terra, avendo solo la
resistenza per sopravvivere ma non la forza per restare in piedi. Una mano la
afferra per un piede, sollevandola come se non pesasse niente e sbattendola con
forza sul terreno. Due, cinque, sei volte di seguito, con rabbia.
-Ti
stancherai, prima o…ehi !
Colosso
si siede sopra di lei, troppo pesante per farla alzare, ed inizia a premere con
tutta la sua forza contro un unico punto della spina dorsale. Anche il
diamante, non importa quanto resistente, ha un punto debole… e la forza
sovrumana del russo equivale a numerose atmosfere di pressione.
-Piotr, sei un caro
ragazzo, spero che tu non sia in controllo delle tue facoltà e che non prenda
questo dal punto di vista sbagliato ma…toglimi le mani di dosso, ora.
Il
diamante diventa carne per una frazione di secondo, per poi ritrasformarsi. Non
passa abbastanza tempo perché il peso di Colosso spezzi la schiena della Regina…ma a livello mentale, un istante è sufficiente per
qualsiasi cosa.
Una forte scarica
telepatica colpisce l’encefalo di Rasputin,
scatenando una reazione a catena che impedisce al suo cervello di muovere un
solo muscolo.
-Un
momento, Wolverine mi ha colpita meno di due minuti fa. Dovrei avere il cuore
perforato ma…
Il suo
corpo torna ancora di carne e sangue, senza alcuna conseguenza. Appena lo fa,
la pioggia cessa istantaneamente di cadere.
-Ma
cosa…
Allertata, Emma
ritrasforma il proprio corpo in diamante e si ritrova sotto una pioggia scrosciante.
In un primo momento è ancora più sorpresa, poi è tutto chiaro.
-Certo.
In forma di diamante posso difendermi meglio dagli assalti mentali…
ma avrei dovuto avvertire la
presenza di qualcuno. A meno che…
-…il tuo cervello non stesse ubbidendo all’ordine di non vedere nulla.
Un uomo
avvolto in un pesante impermeabile si sta avvicinando, nascosto dalla pioggia e
dalla nebbia. Emma crede di conoscerne la voce, ma la maschera verde e viola
che porta sul visto le è sconosciuta.
-Così…guardami
negli occhi… - incita Mesmero.
Sotto
decine di tonnellate di ghiaccio e terra, una fioca luce rossa illumina lo
stretto spazio in cui Ciclope e
-Sapevo
che saremmo stati vicini nel momento del pericolo, ma questo è ridicolo.
-Lamentati
pure, sono io ad avere dei peli blu in bocca…
-Facciamo
un patto: non parlarne a tua moglie. Hai visto che diventa una furia quando è gelosa…
-Risparmia
il fiato, Henry. Ho quasi esaurito le energie per
fermare la pioggia di ghiaccio e qui sotto non ricevo abbastanza energia da
ricaricarmi in fretta… forse possiamo comunicare con il Professore ?
-Ottima
idea Slim, facciamogli conquistare anche il più
potente telepate del mondo. Ho idea che dovremo uscire con le unghie e con…come
non detto.
Qualcosa
taglia il ghiaccio con calma e furia, con una maestria sufficiente a creare
un’uscita senza far crollare tutta la struttura.
-Finalmente
vi ho…
Un
artiglio blu afferra la gola di Wolverine, che in tutta risposta si prepara a
tagliare un arto in dodici parti in una sola mossa. Restano in questa posizione
di stallo per cinque interminabili secondi; quando è chiaro che il canadese è
tornato in sé, entrambi arretrano.
-Alla
faccia della riconoscenza, cocco. Forse dovrei unirmi ai Vendicatori…
-Non è
che ti manchino poi così tanti gruppi.
-Jean ? – chiede
Ciclope.
-Credo
sia ancora in quella dimensione assurda… avete visto anche voi
-Wolverine,
pochi minuti fai hai cercato di farci a fette appena ci hai visto.
-Che
stai dicendo? E’ tutta la sera che combatto per scappare da un’orda di alieni
impazziti e robot…un attimo. Perché ci avrebbero teso un’imboscata con i robot ?
-E’ evidente che
abbiamo ancora molta strada da fare prima di venire a capo di questo intrigo.
Ci verrà una polmonite da qui a quando avremo capito
qualcosa…
I tre
mutanti iniziano a camminare, guardandosi attorno per cercare mutanti o alieni.
Ma Ciclope si ferma, preoccupato.
-Pioggia
? Ma avevo appena…
Artigli
blu gli strappano il visore dalla faccia, rilasciando una
scarica oculare che abbatte un albero. Scott
ingoia un urlo di dolore, sentendo la carne lacerata e il sangue che cola sotto
la pioggia scrosciante…SNIKT.
-I
dettagli non sono mai stati il mio forte – ammette
-Dammi una sola ragione per non ficcarti un
artiglio in mezzo agli occhi, qualunque cosa tu sia –
ringhia Wolverine.
-Che ne
dici di “non esisto” ?
Henry McCoy svanisce nel nulla, attraversato dalla pioggia. Gli
artigli di adamantio rientrano nella carne.
-Onestamente
era l’ultima cosa che mi aspettavo…
Qualcosa
picchietta due volte sulle spalle di Wolverine. Abbastanza forte da incrinare
un osso.
-In effetti poteva
anche andare peggio, no ? – chiede una voce profonda a più di due metri
d’altezza, avvolta da una pesante armatura di metallo marrone scuro.
Wolverine
si gira. Ammazzerebbe chiunque per un sigaro, adesso.
-Il Fenomeno
!? – chiede Ciclope, avendone riconosciuta la voce.
-Un’altra
allucinazione. Siamo pedine secondarie, e questo scimmione serve solo a tenerci
occupati.
-Buona
strategia, l’ultima allucinazione mi
ha quasi cavato gli occhi.
-Adesso
mi occuperò del quasi – risponde il Fenomeno prima di lanciare Wolverine nella stratosfera
con un pugno.
Emma Frost apre gli occhi, ritrovandosi in una villa di lusso
stranamente familiare. E’ seduta su un divano troppo costoso per chiunque abbia
attività esclusivamente legali, senza essere trattenuta in alcun modo. E’
ancora nella sua forma di diamante.
-Gradisce
qualcosa, miss Frost ? – chiede l’uomo in elaborati
abiti ottocenteschi, su cui indossa una pacchiana e colorita maschera.
-Come
ha fatto un mutante di serie zeta come te ad ipnotizzare due delle più potenti
telepati del pianeta ?
-Dritta
al punto…mi piace. E sembra quasi
convinta di potermi intimidire…
-Il
Professor Xavier sa che siamo qui. Presto invierà…
-Mia
carissima Regina, cosa le fa credere che sia stato Xavier a mandarvi in
missione ?
Il
signore dell’ipnotismo fa un solo altro passo, ed istantaneamente ha le
sembianze del tutore degli X-Men. Se non fosse per il
fatto che cammina, Emma giurerebbe che si tratti di Xavier…anche
se non può sentirne i pensieri.
-Non
sono un telepate, miss Frost,
tecnicamente parlando. Sono molto di più…sono il padrone della sua volontà, se
lo voglio.
-Nessun uomo può controllare
-E
nessun essere vivente può resistere al mio sguardo…vedremo quale assioma è più
invalicabile.
-Vedremo
davvero. Che cosa vuoi ?
-Ho già
trasformato gli X-Men in miei schiavi, in passato. Ho
impiegato anni a perfezionare il mio potere ed è arrivato il momento di
ritentare. Il mio potere sarà innato, ma ho pur sempre il palcoscenico nel
sangue. E un buon artista sa quando un’opera è degna
di essere rimessa in scena.
Ali di
pensiero si librano nell’aria infuocata, trasportando Fenice e l’Uomo Ghiaccio
verso la fortezza. Non c’è stato modo di trovare Wolverine, ma in questo paesaggio
assurdo potrebbe essere proprio dietro di loro e non riuscirebbero a vederlo.
I due X-Men atterrano su una delle torri di cristalli, attaccati
da battaglioni di Sentinelle e N’Garai. Bestie
selvagge e macchine di morte con strategie troppo diverse per lavorare insieme;
è tremendamente semplice tenerli separati con barriere di ghiaccio e invisibili
attacchi telecinetici.
-Direi
che qualcuno sta seriamente finendo il materiale, qui…
-E’ tutto troppo
facile – concorda Fenice – Posso avvertire la mente di Emma, ma non mi
risponde. In questo posto i pensieri sono così sfuggenti…
-Una
gabbia di matti, sì…probabilmente Emma è davanti a noi e non possiamo neanche
vederla, con tutti i giochi di specchi.
-Giochi
di… Siamo veramente a un passo di
distanza, Bobby.
Mentre
con un accenno mentale riduce venti tonnellate di metallo in pezzi di ricambio,
Jean recupera il comunicatore da una delle tasche.
-Scott, riesci a
sentirmi ?
Le ossa
della mano si frantumano per aver colpito un oggetto assolutamente
indistruttibile. Mani impossibilmente grandi e
muscolose lo stringono in modo da massimizzare il dolore in ogni parte del suo
corpo.
-Hai
sempre saputo che sarebbe finita così, vero Ciclope ? – chiede il Fenomeno, ma
con una voce diversa.
-E’ tutta un’illusione…tu
non sei veramente qui… - risponde il mutante a denti stretti. Non gli darà la
soddisfazione di urlare.
-Resta
un’illusione se per te è reale ? Se il tuo corpo
funziona, ma il tuo cervello non può vederlo ? Se i
tuoi amici ti parlano ma io ti impedisco di sentirli ?
Se vivi ancora ma non puoi avere altro che la morte ?
Mentre
il “Fenomeno” parla, Ciclope avverte qualcosa. Come se la sensazione che Jean sia al suo fianco si fosse appena fatta molto più
forte. Un delirio dettato dal dolore, o qualcosa sta graffiando sul suo
subconscio ?
-Si può
sapere che vuoi da me ?
-Tu me
l’hai rubata, Ciclope…era l’unica a poter alleviare la mia sofferenza, la mia
unica possibilità di salvezza, e tu me l’hai portata via !
Hai lasciato che morisse !
-CHI
ACCIDENTI SEI !?
-Non ricordi neanche il suono della mia voce !!!
Le
enormi mani del Fenomeno afferrano la testa di Ciclope, ed una forza
sufficiente a piegare il titanio iniziano a fare forza per spaccargliela. E Scott sente ogni singola parte del dolore, e probabilmente
qualcosa di più.
-La tua
vera illusione durerà per sempre. Apri gli occhi, Ciclope.
-L’hai chiesto tu…
Le mani
del Fenomeno brillano di rosso, ed un fiume impetuoso di rabbia ed energia lo
investe. Il gigante si ripara con un braccio, cominciando a scomparire sempre
più.
Il
tetto rinforzato esplode, l’energia taglia l’aria e colpisce la montagna
trapassandola da parte a parte. La pioggia inizia a cadere, bagnando la cabina
di pilotaggio dell’X-Wing.
Ciclope
toglie le mani dai comandi, e guarda verso l’alto. Ha appena disintegrato parte
del velivolo, e non ha nemmeno un graffio.
Assenza
di strategia o meno, Fenice e l’Uomo Ghiaccio sono soverchiati dal numero di
avversari che li hanno accerchiati. Le loro difese sono state analizzate dalle
Sentinelle e i demoni hanno iniziato ad organizzarsi…
Poi
tutto si fa rosso. Come nebbia spazzata via dal vento, tutto scompare. I
mostri, l’aria infuocata, il castello. I due mutanti sentono il proprio mondo
che viene capovolto, riportandoli rapidamente alla
realtà senza troppi complimenti.
Bobby Drake si risveglia a bordo del Blackbird,
di fianco ad un Wolverine ancora privo di sensi. Jean
Grey riprende i sensi a bordo dell’X-Wing, di fianco a un posto vuoto.
Davanti
a lei è seduta Emma Frost, ma al suo fianco non c’è
un robusto mutante russo. C’è una donna dai lunghi capelli castani che sembra
terrorizzata.
Due
Sentinelle immobilizzano
-Quello
che vedi presto sarà realtà, Emma. Presto queste ricchezze non saranno più
un’allucinazione…
-Per
quanto potente tu possa essere, resti uno dei tanti ex lacché
di Magneto. Solo un Mastermind
di quarta categoria…
Un’ondata
di rosso investe il castello immaginario, dissolvendo le Sentinelle. Emma Frost non aspetta un secondo di più per afferrare Mesmero per una spalla e prepararsi a stenderlo con un
pugno…ma sotto i vestiti pregiati non c’è più il vecchio ipnotizzatore. C’è una
donna.
-Che
cosa hai fatto !? – chiede la nuova arrivata, che Emma
conosce benissimo.
Tutta
l’illusione scompare, e le due donne si ritrovano a bordo dell’X-Wing l’una di fianco all’altra.
-Lady Mastermind – saluta
-Lasciami
andare !!! – ordina la ragazza, trasformando la
propria immagine in quella del più spaventoso esemplare della Covata si possa
immaginare.
-Tuo
padre si vergognerebbe di te – risponde Emma, colpendola con uno schiaffo di
diamante che la fa cadere a terra.
A uno a
uno gli X-Men si alzano dai
propri sedili e si avvicinano per cercare di capire cosa sia successo…
-Credetemi
o meno, come riunione del Club Infernale è andata
meglio del solito.
Pochi
minuti dopo. I sette X-Men si sono radunati nel Blackbird, per ripararsi dalla pioggia incessante e per
avere comunque un mezzo con cui tornare alla Scuola… è impensabile utilizzare
di nuovo l’X-Wing dopo i
danni inferti da Ciclope.
Lady Mastermind, legata e priva di conoscenza, è controllata da
Colosso e Wolverine…entrambi ben poco contenti di essere caduti nell’ennesima
illusione perfetta.
-Ancora
non capisco come abbia fatto, il suo potere non è così grande. Non è una vera
telepate – riflette Jean.
-Ci
penserà il Professore a darci una risposta, o non potrà farlo nessuno. Ciclope
a Professor X, passo – comunica Ciclope usando la radio di bordo.
-Ciclope !? Dove ti trovi ? – risponde la
voce di Charles Xavier.
-Nella
Contea di Hamilton, dove ci ha mandato in missione…
-Scott, di cosa stai
parlando ? Non ho autorizzato nessuna missione, oggi !
-Credo
che la risposta ce l’abbia la nostra prigioniera,
Professore. Provi a contattarci usando Cerebro.
-Emma, io sto usando Cerebro. Mi avete contattato
telepaticamente.
Ciclope
allontana le mani dalla radio di bordo. E vede che è spenta.
-Siamo
ancora dentro l’illusione, vero ?
-Charles, riesci a rilevare
nessun mutante nelle vicinanze che non sia un X-Man ?
– chiede Jean fissando Lady Mastermind.
-No, ci siete solo voi quattro.
-Come
quattro !? – protesta l’Uomo Ghiaccio.
-Restate dove siete, manderò subito Colosso e
Wolverine…questa situazione non mi piace.
La
radio inesistente resta in silenzio, e la tensione è tangibile.
-Siamo
stati ingannati di nuovo…niente di
tutto questo è reale.
Wolverine,
Colosso e
-Credete
di aver capito tutto, ma non vi ricordate neanche di me. Non potete nemmeno
vedermi.
La
donna scompare in uno sbuffo d’odio, lasciando spazio al pallido riflesso di un
essere umano a malapena visibile…come qualcosa che cammina nella nebbia dei
ricordi, qualcosa che conosci ma non riesci a
identificare.
-Che
cosa vuoi ? Sono stanco di chiedertelo – dice Ciclope.
-Voglio che vi ricordiate di me…per sempre.
Vi ho sbattuto in faccia il mio nome più e più volte ma proprio non capite,
vero ?
Il
terreno trema, ed il Blackbird esplode in uno stormo
di corvi che vola via nell’aria infuocata. Un castello di fumo e specchi domina
la montagna immaginaria, e dal cielo cade una scrosciante pioggia di dardi
metallici che passano attraverso la carne senza essere visti.
-Guardate cosa può fare il mio
potere ! E’ solo un’illusione ? Chi può dirlo, se il
dolore è reale ? Mi avete sempre considerato una mezza
tacca ! La minaccia del mese su cui ridacchiare dopo la
battaglia ! Troppo distratti
dalla magnificenza di Magneto per accorgervi di un
cattivo di secondo grado ! Tranne…tranne quella
volta, vero mia cara Jean ?
Quella volta in cui ti resi una regina ?
-Mastermind –
capisce Ciclope.
Una
gigantesca mano distrugge la montagna, uscendo dalla prigione di fuoco e fiamme
e miraggi e oblio, scuotendo il cielo e facendo tremare gli animi. Un gigante
si solleva dalla terra del sogno, indossando pregiati abiti ottocenteschi e
puro odio negli occhi.
-Sì
!!!
Come riflesso
innato dopo tanti anni, Ciclope e l’Uomo Ghiaccio reagiscono attaccando la
minaccia. Raggi di forza concussiva che possono
perforare le montagne rimbalzano sull’illusione vivente. Sei giganteschi
artigli di ghiaccio si spezzano contro la mano che li scansa come moscerini.
-No – risponde con convinzione Jean – E’ ancora un’altra illusione. Mastermind
è morto…io ero con lui. L’ho perdonato per quello che aveva fatto…e tu. Non
sei. Lui.
Un
pugno grande quanto un palazzo si abbatte su quanto poco resta della montagna,
facendo cadere a terra gli X-Men. Mastermind
urla, avvolto dal tuono della sua stessa voce.
-Wyngarde è morto ! L’uomo è morto ! L’illusione vive ancora !
-Potrebbe
essere davvero lui – giudica Emma incrociando le braccia – Un piccolo uomo
triste che voleva fingersi un gigante. Un opportunista codardo…
-E cosa credi di essere tu, mia candida
Regina Bianca ?
Il
gigante la afferra nella sua mano colossale, stritolando il diamante fino a
farne cadere a terra dei piccoli granelli come sabbia liquida…o così sembra.
Emma sa di non essersi neanche mossa, ma ha comunque trattenuto il fiato mentre Mastermind la
distruggeva.
-Sta
cominciando a diventare noioso, chi c’è davvero
dietro ? – chiede l’Uomo Ghiaccio – Nonostante il nome, Mastermind
non è mai stato a capo di niente.
-Di che cosa stai parlando ? chiede il
gigante, che ora sembra un po’ più piccolo.
-C’ero anch’io alla
tua morte, ricordi ? Cavolo, che frase pazzesca.
Ricordi
-Qualunque
cosa tu stia progettando, non funzionerà – rincara la dose Ciclope – Non sei
mai stato capace di fare niente da solo.
-Ne avrete. Ne avrete molta…come ne avevate di noi.
Lo
scenario allucinante lascia spazio a un luogo tristemente noto agli X-Men… la sede newyorkese del
Club Infernale. Tutto è immobile e immerso in una luce innaturale, la
fotografia di un brutto ricordo che non puoi allontanare.
Mastermind, nelle
vesti illusorie che utilizzava per impressionare il Club, accarezza il volto
della Regina Nera… il mostro in cui aveva trasformato Jean Grey, e che sarebbe ben
presto diventata la temuta Fenice Nera.
-Avevo trovato la mia altra metà e me l’avete
strappata…
-Mi
avevi stuprata mentalmente – protesta Jean Grey, sentendo il cuore sussultare alla sola vista
dell’immagine illusoria di quella donna – E quello che hai fatto portò alla
morte di miliardi di esseri innocenti… ho perdonato l’uomo che sei diventato,
ma non perdonerò mai quello che hai
fatto.
-Non ricordi chi fu il mio braccio destro ? Chi mi diede accesso telepatico ai tuoi ricordi ? Forse tu puoi fare luce sulla faccenda…Emma.
-Non
cercare di farmi sentire in colpa – protesta
-Sono Mastermind,
il signore delle illusioni !
-No,
non credo che tu lo sia – risponde secca Jean.
-E’ difficile
separare la realtà dalla finzione, non è così cara Jean ? Come siete patetici, con le vostre convinzioni su cosa sia reale. I miei X-Men illusori
erano altrettanto sicuri, altrettanto reali.Ma tu, Jean…tu sai meno di tutti cosa sia
la verità. Tu conosci la storia, ma non l’hai vissuta…non del tutto. E’ così
facile dimenticare che Fenice era un’altra persona, vero ?
Quando io generavo la mia Regina Nera, tu eri in un bozzolo in fondo a un
fiume. Ma l’illusione è stata così reale che a volte, quando ti permetti di
pensarci, dubiti persino su quale fosse la vera Jean…
-Fenice
Nera era un mostro, ma anche una parte di me. Che tu hai contribuito a
creare…che Wyngarde
ha contribuito a creare. E in punto di morte si è pentito amaramente… è morto
espiando le proprie colpe. Tu. Non sei. Lui.
-Lo sai che cosa fece Fenice a Wyngarde, Jean
? Possono avertelo raccontato, ma non lo sai. Per soddisfare il suo desiderio di essere importante usò il
suo potere infinito per espandere la sua coscienza a livelli cosmici…
mostrandogli che cosa significasse essere un dio,
essere tutt’uno col cosmo. Gli ci vollero anni per
tornare in sé, ma non fu mai più lo stesso…continuò ad ignorarmi. Fino a che
l’illusione che io non esistessi diventò così reale da farmi dimenticare.
-Che
cosa sei allora ? Il suo fantasma ? – chiede perplesso
Ciclope.
-Non si può parlare con l’universo senza
ricevere qualcosa. L’uomo è morto, ma l’illusione vive
ancora. Io sono l’illusione…che
nessuno poteva più vedere.
-Tu non
sei reale…ma vuoi esserlo, non è così ? Per questo hai
bisogno di due telepati – comprende Emma.
Un’ombra
di tristezza appare sul volto di Mastermind, mentre
stringe la mano all’illusione della Regina Nera.
-Posso creare l’illusione di qualsiasi cosa
io desideri…ma è finto. Può ingannare i sensi degli
altri, ma non i miei. Fantasie, illusioni come tutto nella mia vita. Non ho uno
scopo come non ne avevo nella realtà; l’unica comunicazione che conosco è il
terrore.
-Aspetta,
tutto questo casino solo perché volevi parlarci!? Mai
sentito parlare di telefoni, per la miseria? - chiede l’Uomo Ghiaccio.
-Non potete capire quanto sia
grande l’odio per voi che è rimasto. Ogni illusione di Wyngarde
era creata per compiacerlo o per ferire gli altri. Ma non c’è più nessuna vita
da compiacere, e l’odio è l’unica cosa che mi ha lasciato in eredità.
-Allora
che cosa vuoi da…noi…no, da lei vero
? – comprende Jean, guardando gli occhi vacui della
Regina Nera.
-Lei era la donna perfetta. L’illusione
suprema, l’inganno reale. Forse per questo lei e Wyngarde
si ritrovarono. Lei era l’unica illusione che lo rendeva veramente felice…
l’unica che non avrebbe potuto controllare, l’unica che sarebbe stata vera.
Fenice…potresti…resuscitarla ?
-Adesso
basta, lurido… - si smuove Ciclope, pronto a prendere a pugni l’illusione se
necessario.
-Scott, ti prego –
lo ferma Jean – Sta morendo. E’ sopravvissuto a Wyngarde perché la scintilla del potere di Fenice Nera deve
averlo nutrito, ma gli ci sono voluti anni perché qualcuno lo potesse vedere.
L’illusione sta per svanire.
-Non
puoi veramente voler tornare ad essere quella donna !
-Lui
non vuole me, Scott.
Lui vuole l’illusione.
La mano
della donna si alza, ed accarezza il volto di Mastermind.
I suoi occhi si fanno lucidi, e le sue labbra si piegano in un sorriso.
-Amore
mio…
-Mia Regina Nera…bentornata. Ti ho attesa a
lungo.
I due
improbabili amanti si baciano, osservati con notevole imbarazzo da parte degli
altri presenti. I colori della reggia del Club Infernale si fanno più pallidi,
più inconsistenti.
-Credere di non essere soli. Questa…è
un’illusione per cui vale la pena morire.
-Che
cosa hai intenzione di fare di noi, adesso ? – chiede
-Non ho più interesse nel trattenervi…presto
non ne avrò più neanche la forza. Xavier ha già mandato i suoi preziosi X-Men a recuperarvi, non si erano accorti della vostra
partenza.
-Volevi
costringerci a fare quello che
volevi, vero ? – chiede con rabbia
-Io ho abbandonato la mia ipocrisia, Emma,
spero che un giorno farai lo stesso con la tua. Ma non riapriamo vecchie
ferite, è tempo di addii…
Il Blackbird riappare con prepotenza, sostituendo il ricco
scenario barocco. Sembra reale come l’ultima volta, con la differenza che
questa volta lo è.
-Siete liberi di tornare alla vostra
illusione quotidiana – annuncia Mastermind.
-Tu che
cosa farai ? – chiede Ciclope.
-Noi due torneremo nel mondo dell’illusione.
Non ci resta molto tempo…non ho più potere per far sì che altri ci vedano.
Saremo l’uno l’illusione dell’altra…insieme fino al risveglio.
-Mi
dispiace per quello che c’è stato tra noi – si scusa
Jean può sentire il
calore del suo corpo svanire lentamente, fino a ritrovarsi ad abbracciare
soltanto aria e ricordi non suoi.
-E’ finita ? O è tutto un’altra illusione ? – chiede Emma.
-Spero
solo che non tocchi a me spiegare al professore come gli abbiamo distrutto un
altro aereo – risponde l’Uomo Ghiaccio.
Ciclope
appoggia le mani sulle spalle di Jean, che si stringe
attorno a lui.
-Lei
era così vera, Scott…la sento ancora dentro di me…
-Torniamo
a casa. Abbiamo tutti bisogno di qualcosa di reale…
Una fredda notte d’inverno, talmente
sgombra di nuvole che la luna che sta tramontando è ancora visibile dietro ai
monti Adirondack. Le luci del Blackbird
illuminano la strada ancora intatta, circondata da una foresta ancora perfetta
dove gli alberi continuano la loro interminabile vita immobile.
Il jet si allontana in silenzio, facendo piombare la notte
che volge al termine nel silenzio… se non fosse per la macchina di un agente di
polizia, che si ferma sul ciglio della strada.
-Per la miseria – si lascia
scappare il poliziotto, vedendo il jet nero schizzare
via nell’oscurità.
Scende dalla macchina, che
illumina la strada con i vecchi fari malandati. Si toglie il cappello e guarda
verso l’alto.
-Che cos’era ?
Un UFO ?
-Probabilmente era la sua
immaginazione – risponde la voce di un uomo.
L’agente si guarda intorno, ma non
vede nessuno. Per un attimo, nella nebbia, gli sembra di vedere un uomo alto
con un ampio impermeabile camminare lungo la strada in compagnia di una
stupenda donna dai capelli rossi… ne può quasi sentire il profumo, prima che
scompaia.
Ma
forse si è sbagliato. L’immaginazione può fare brutti scherzi…sì, deve essersi
immaginato tutto.
FINE